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XVI^ Raduno Velico per cabinati

"La Vela per la Vita"

Belgirate - 10 giugno 2000

Dopo due lunghe settimane di meditazione, trascorse tra l'acquisizione di preziosi consigli (con vivi ringraziamenti a Mauro Fornasari di Bologna e Silvia Giamberrini da Pisa) e la vana ricerca di qualche membro di equipaggio "in più", viene decisa l'iscrizione e la partecipazione di Tatapa Italia alla XVI edizione di "La Vela per la Vita".

La regata, con spirito sportivo ma non spietatamente competitivo, è organizzata dal Circolo Verbano Vela di Lisanza a scopo benefico a favore di A.D.M.O. ed A.I.S.A. e rappresenta per tutti, barca, skipper ed equipaggio, la prima esperienza in assoluto in materia di regate e competizioni veliche. L'obiettivo dichiarato è quello di non arrivare ultimi.

Salpati alle 10:30 dal Club Nautico Stresa, cominciamo la giornata andando a provare le boe registrandole come waipoint sul GPS, operazione che si rivelerà poi totalmente inutile.

Alle 13:30 siamo in allineamento di partenza, prudenzialmente dietro i migliori, con l'obiettivo di partire, mure a dritta in boa. Avendo pasticciato un po' con i tempi di prepartenza, quando decidiamo di andare ad accelerare per partire ci accorgiamo che in realtà non era partito nessuno, quindi ci rifermiamo e decidiamo di partire al centro dell'allineamento. La cosa riesce abbastanza bene e, con un buon vento, bordeggiamo dapprima stretti sotto costa, poi con un bordo più lungo e ci accorgiamo che stiamo recuperando parecchie posizioni.

Ci presentiamo alla prima boa di bolina mure a dritta e sopravanziamo il nostro diretto avversario "Canard 30" (che poi risulterà vincitore di classe) e viriamo alla prima boa primi di classe.

Da questo momento cominciano le sofferenze in quanto, viste le esperienze e l'equipaggio, decidiamo di procedere a vele bianche, senza quindi issare l'asimmetrico. Mentre tutte le altre montano spi o gennaker, noi perdiamo inesorabilmente terreno fino a che un calo totale di vento non fermerà tutti. Provvidenzialmente effettuiamo la scelta di buttarci, con la poca aria disponibile, verso il centro del lago dove, dopo quasi un'ora, arrivano i primi refoli di vento notevolmente prima che sul resto del gruppo. La cosa ci consente di guadagnare qualche posizione e di portarci in prossimità della prima boa di poppa in seconda posizione di classe, dietro "Canard 30", non staccati di molto.

Alla boa di poppa, per non rischiare di finire schiacciati tra tre imbarcazioni che sono venute a contatto, ci allarghiamo molto e perdiamo quel poco di vento che rimaneva. Dopo una decina di minuti il vento torna, purtroppo con raffiche abbastanza forti che non ci consentono di governare al meglio, costringendoci più volte a lascare la randa per contenere l'inclinazione.

Alla terza boa siamo ormai molto indietro e l'ultimo lasco, ancora a vele bianche non porta nulla di buono.

La bolina conclusiva fino all'arrivo, con il vento che ci sta abbandonando definitivamente, fino a girare di 180° con intensità ormai irrilevabile diventa una sofferenza per noi e per il comitato di regata.

Sul filo di lana riusciamo anche a superare un avversario, ma ormai, ovviamente la situazione agonistica è compromessa. Ormai sono quasi le 19:00.

L'obiettivo di partenza è comunque rispettato: siamo riusciti anon arrivare ultimi. Infatti ci classifichiamo, purtroppo fuori tempo limite, 4° su 4 iscritti in Classe E (sotto i 6 mt. L.F.T.) e 59° su 72 iscritti in assoluto. Bisogna comunque dire che tutte le imbarcazioni della Classe E sono giunte fuori tempo limite e che in assoluto solo 38 barche su 72 sono state nel tempo. La Classifica Generale 2000 ci resta come ricordo della giornata e della nostra "prima volta".

Il vento, bizzoso come non mai, ci farà soffrire anche dopo aver tagliato il traguardo, infatti esauritosi totalmente ci costringe, per ritornare alla base, a chiedere telefonicamente aiuto e a farci inviare una barca a motore per trainarci.

Arriveremo in boa quasi alle 21:00, quando ormai si stava pericolosamente facendo buio.

Ci rimane comunque la soddisfazione di avere completato il percorso della nostra prima regata, la consapevolezza di essere riusciti, almeno fino alla prima boa, ad armi pari con le altre imbarcazioni, ed essere riusciti ad imporre le nostre rotte fino a che le nostre lacune tecniche non hanno preso il soppravanzo, la riprova che Tatapa Italia è comunque una barca che può reggere ancora il passo con i tempi.

Abbiamo capito, e pensiamo di non ripetere alcuni errori, e tra questi la necessità di portarsi comunque a bordo, anche in regata, il fuoribordo e le pile di ricambio del cellulare. Abbiamo capito inoltre che occorrerà al più presto imparare ad utilizzare con sicurezza ed efficienza l'asimmetrico.

A conclusione di questo ricordo ricordiamo inoltre di avere attribuito a Filippo il soprannome di "Capitano Ronf", in quanto è riuscito ad addormentarsi poco prima della partenza e a svegliarsi giusto in tempo per esultare con pacche sulle mani agli applausi ed alla tromba che sanciva il nostro arrivo.